Del gioco e del montaggio: un numero della rivista FAM 2020

FAMagazine. Ricerche e progetti sull’architettura e la città è una rivista scientifica open access con un rilevante archivio di numeri che rifrangono – partendo dal tema architettonico – aspetti e tendenze attuali della cultura.
Dopo un consistente numero sul “museo nonostante il World Wide Web”, uscito nel 2019, il fascicolo 51 (2020) è dedicato “al gioco e al montaggio nella didattica e nella composizione”.
Un tema davvero cruciale, su cui da alcuni anni si concentrano studi interdisciplinari e sperimentazioni metodologiche.
Nell’editoriale, Elvio Manganaro (Politecnico di Milano) tratteggia alcuni punti chiave del numero – il gioco come impulso al confine tra sensibilità e intelletto, come processo di smontaggio e riassemblaggio – chiamando in causa i nomi di Schiller, Benjamin, Sklovskij, che fanno da mentori a un percorso variegato nelle arti degli ultimi due secoli.
Il filo rosso dei contributi del numero è dipanato nel dettaglio da Tommaso Brighenti che, nel suo pezzo introduttivo Per gioco ma sul serio, ricostruisce il panorama teorico ed esperienziale in cui i contributi stessi si collocano, facendo emergere la valenza del gioco come esca di conoscenza e di trasformazione del mondo.
Scorrendo il sommario, si passa – con proficui collegamenti orizzontali – dal cinema (Montaggio e anatopismo secondo Jean-Luc Godard), alle arti (La Vittoria sul Sole di Malevič: la dissoluzione della realtàSette appunti su scatole di giochi, artisti e storie dell’arte), all’architettura  (Frank Lloyd Wright e il gioco dell’astrazione geometrica; Apologia per una architettura del gioco), con affacci su aspetti didattici (Note sulle semantiche del gioco), resoconti di recenti esperienze laboratoriali (“Montage, mon beau souci”) e approfondimenti su strumenti educativi antichi e ancora fertili (All’origine della Sandbox).

 

Ritorna in più occasioni, in articoli diversi, il nome di Friedrich Fröbel (1782-1852), il geniale pedagogista tedesco inventore dei “giardini d’infanzia”, che ha diffuso nel mondo una specie del tutto innovativa di giocattoli (i così detti “doni”, se ne vede uno nell’immagine di apertura), in grado di sviluppare nel bambino capacità manipolatorie e costruttive, sensibilità spaziali e relazionali.
La diffusione del suo metodo in Europa e negli Stati Uniti ha contribuito – fra la fine dell’Ottocento e l’inizio del XX secolo – a costruire una diversa visione dell’infanzia, nuove tipologie di giochi e di attività ludiche che  – si vedano gli studi di Juan Bordes – hanno avuto la loro germinale importanza nella formazione dei grandi architetti della prima metà del Novecento.
E ritorna, nella lettura parallela degli articoli di questo numero, l’idea che il termine gioco sia esso stesso l’elemento di un gioco di costruzione, utilizzabile con profitto in contesti diversi, per indicare un’attitudine combinatoria e ricostruttiva connessa, con intensità diverse, a pratiche di studio e di progettazione, di didattica e di creatività.

FAM Magazine del Festival dell’Architettura. Ricerche e progetti sull’architettura e la città, n. 51 (2020)
Del ‘gioco’ e del ‘montaggio’ nella didattica e nella composizione, a cura di Elvio Manganaro e Tommaso Brighenti