VisiTag: il museo che apprende

VisiTag è una parola-composta che unisce una visita (nel nostro caso ad un museo) con il tag, il termine che indica l’etichettatura dei contenuti.
E VisiTag. Il museo che apprende è un progetto che propone al pubblico di documentare i propri percorsi all’interno di una collezione, descrivendo con parole chiave singole opere, intere sale, o associazioni fra le opere viste durante la propria visita.
Si tratta di un format didattico sperimentale in cui i soggetti – curatori museali e visitatori, facilitatori e tutor – imparano reciprocamente, dando vita a percorsi sempre nuovi, a mano a mano che nuovi dati vengono immessi ed elaborati.
VisiTag è stato sperimentato per la prima volta alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma il 20 dicembre 2016: durante l’attività, si è chiesto ai partecipanti alla visita di descrivere alcuni ambienti del museo attraverso parole chiave (appunto i tag),  pubblicatein tempo reale, insieme a foto e video, in un gruppo chiuso di Facebook  creato per l’occasione.


La scelta di sperimentare VisiTag  cadde nel 2016 sulla Galleria Nazionale di Roma per via della ri-sistemazione del grande museo romano operata dalla direttrice Cristiana Collu: una risistemazione che aveva scardinato il percorso cronologico e accostato le opere per risonanze formali, analogia di contenuti, dialoghi a distanza, nuclei di possibili mostre, esplorabili dai visitatori senza il filtro primario della sequenza storica.

Seguendo la pianta del museo, suddivisa in quattro aree principali, la visita del 20 dicembre 2016 si svolse secondo uno schema a stella: ogni partecipante poteva iniziare da una qualunque delle zone, ripassare per il centro e proseguire nelle altre tre aree.
I dati raccolti sono stati elaborati quantitativamente e qualitativamente, e restituiti in forma grafica, permettendo diverse letture e valutazioni dei risultati, che possono essere utilizzate nell’analisi dei pubblici e nelle strategie di visita.

Hanno lavorato a VisiTag 2016 – oltre ad Antonella Sbrilli, Maria Stella Bottai e Michela Santoro – Paolo Castelli e Paola Guarnera, Bruno Ronsivalle (WeMole) e Massimo Conte.
AS