Manet, Salon de Refusés. Quadri nei libri

 

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Il romanzo che evoca – trasfigurandole in una storia di finzione – le vicende artistiche che hanno “sconvolto la pittura francese fra 1860 e 1870, trasformando in modo irreversibile lo sguardo, la mano e il pennello del pittore” (H. Mitterrand), è L’opera (L’Oeuvre) di Emile Zola, pubblicato nel 1886.
Amico di pittori e critici, critico d’arte egli stesso, Zola è interessato alla spinta creativa dell’opera d’arte e alle crisi in cui gli artisti cadono nella loro ricerca, alle reazioni del pubblico, ai meccanismi del gusto e dei media. 
La storia segue il pittore Claude Lantier, personaggio di finzione che ha molti tratti in comune con gli artisti francesi del periodo: nel capitolo V lo troviamo coinvolto nel Salon des Refusés:

 

Era una grande giornata per lui; si inaugurava il Salon des Refusés, una novità di quell’anno, in cui avrebbe figurato la sua opera, respinta dalla giuria del Salon ufficiale. […]
Alcune carrozze, rare a quell’ora, risalivano mentre un flusso di gente rapido e incoerente come un formicaio s’affollava sotto l’arcata enorme del Palais de l’Industrie. […]

La folla, già densa, aumentava di minuto in minuto poiché tutti disertavano il Salon ufficiale, correvano spinti dalla curiosità, stuzzicati dal desiderio di giudicare i giudici, divertiti, soprattutto, fin dalla soglia, dalla certezza di vedere cose estremamente buffe.

 

Emile Zola, L’opera (L’Oeuvre, 1886), tr. it. Franco Cordelli, Garzanti, Milano 1978, pp. 111 e ss

 

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