Gauguin _ Van Gogh. Immagini dense

 

Paul Gauguin, La visione dopo il sermone, 1888, Edimburgo, National Gallery of Scotland

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Gauguin, La visione dopo il sermone, 1888
Lotta di Giacobbe con l'angelo Tronco d'albero Sagome delle donne bretoni Colore acceso

Lotta di Giacobbe con l'angelo

La Lotta di Giacobbe con l'angelo è un episodio biblico (Genesi), affrontato anche da Delacroix in un dipinto su intonaco nella chiesa parigina di Saint-Sulpice (immagine di confronto).
Nel quadro di Gauguin, la lotta fra Giacobbe e l'angelo misterioso è il soggetto del sermone che le contadine bretoni hanno ascoltato durante la messa: "Nel mio quadro il paesaggio e la lotta dei due contendenti esistono soltanto nell'immaginazione di questa gente che prega, è il risultato del sermone. Ecco perché vi è un contrasto tra quelle donne reali e la lotta di Giacobbe e l'Angelo, inserita nel paesaggio, che resta irreale e sproporzionata" (Gauguin, riportato nel libro di John Rewald, Il Post-Impressionismo, tr. it. Sansoni, 1967, p. 191).
Per la scelta di questa iconografia visionaria ambientata in un paesaggio con spettatrici, il dipinto ebbe vasta eco fra gli artisti interessati all'arte simbolista.

Tronco d'albero

Il quadro è diviso diagonalmente "da un albero di melo. secondo la moda delle riproduzioni giapponesi", scrive John Rewald e molti altri commentatori di quest'opera si soffermano sull'elemento del tronco diagonale, che si rintraccia anche in opere di Van Gogh.  Kirk Varnedoe analizza la composizione nel capitolo "Vicino e lontano" del suo testo Una squisita indifferenza, indicando le fonti dell'angelo in Hokusai, la fisionomia delle teste da Daumier, l'albero da Hiroshige, lo spazio concavo da Degas, mentre la sintesi e lo stile dai contorni marcati (cloisonné) devono molto a Emile Bernard.

Sagome delle donne bretoni

Gauguin ambientò La lotta di Giacobbe e l'angelo, soggetto religioso e simbolico, in uno sfondo bretone (si trova allora a Pont-Aven). Le contadine uscite dalla chiesa che "assistono" alla scena biblica evocata indossano le caratteristiche cuffiette regionali.
la composizione e il trattamento delle forme furono apprezzati da Emile Bernard, amico pittore di Gauguin, che cercò di aiutarlo a donare l'opera a una chiesa della zona, ma il parroco rifiutò l'offerta.
Nell'immagine di confronto, il dipinto di Emile Bernard, Donne bretoni con ombrelli, 1892, Parigi Museo D'Orsay.

Colore acceso

Nell'immagine di confronto si vede un'opera  di Paul Sérusier, artista che segue gli insegnamenti di Gauguin durante il soggiorno a Pont-Aven, in Bretagna, nel 1888. Si tratta di una piccola tavola su cui l'artista dipinge a olio un paesaggio, il "bosco d'amore", accentuando i colori in senso non naturalistico. Le fonti attribuiscono a Gauguin l'invito a esasperare i gialli, gli arancioni i rossi del paesaggio (come accade anche nella Visione dopo il sermone).
Il quadretto di Sérusier (ora al Museo D'Orsay) è noto anche come Talismano e fu apprezzato dalla cerchia di artisti detti Nabis (i profeti).

 


Vincent Van Gogh, La camera ad Arles, 1889 The Art Institute of Chicago

La prima versione fu dipinta nell’ottobre del 1888, quando l’artista si trasferì nella così detta “casa gialla” della cittadina di Arles, dove invitò Paul Gauguin, con la speranza di collaborare a nuove forme di pittura (è ora conservata al Museo Van Gogh di Amsterdam); la seconda versione, del 1889 è conservata a Chicago, The Art Institute e la terza, di formato leggermente minore e dipinta per la famiglia, è ora nel Museo D’Orsay di Parigi,
Sebbene simili, le tre camere di Arles presentano delle differenze, che sono state oggetto di studi e di una mostra all’Art Institute di Chicago nel 2016: Van Gogh’s Bedrooms.

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Van Gogh, La camera di Arles (versione del 1889)
Quadretto e finestra Tinta del pavimento

Quadretto e finestra

Sul tema della stanza da letto della sua casa di Arles, Van Gogh realizzò tre quadri molto simile, che differiscono per piccoli dettagli.
Il primo, che si trova ora ad Amsterdam, al Museo Van Gogh, risale all'ottobre del 1888. Nel 1889, l'artista ne esegue altre due versioni: una, delle stesse dimensioni del primo dipinto è conservata all'Art Institute di Chicago ed è riprodotta nell'immagine che stiamo esplorando; l'altra è al Museo D'Orsay di Parigi. La vediamo nell'immagine di confronto: è un po' più piccola e presenta alcune differenze, per esempio nel quadretto appeso a caso del letto e nelle ante della finestra.

Tinta del pavimento

Nell'immagine di confronto si vedono le tre versioni del dipinto La camera di Arles una accanto all'altra: a sinistra quella ora al Museo Van Gogh di Amsterdam, al centro quella dell'Art Institute di Chicago e a destra quella del Museo D'Orsay. Differenze sottile le distinguono, fra cui le sfumature di colore del pavimento.
Nel 2016, una mostra è stata dedicata alle tre opere dall'Art Institute di Chicago.

 


 

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