La realtà virtuale per il Seicento olandese: si può fare.

Gennaio 2018. Ho chiesto agli allievi del liceo artistico Angelo Frammartino di Monterotondo (Rm) di fare loro lezione su alcuni argomenti di storia dell’arte assegnati; nell’ordine sono tornati in aula con: 1 sito, 2 app, una realtà virtuale, una simulazione di videogioco, oltre a video e power point.
Le risorse degli studenti sono infinite, non so perchè questa cosa ancora mi stupisce.

Un gruppo di allievi si è cimentato con la creazione di un video di realtà virtuale a 360° su Vermeer e Rembrandt, che potete vedere qui sotto. Se in alto a sinistra appaiono le frecce di navigazione potete ruotare il punto di osservazione (da mobile scorrere con il dito sullo schermo), se avete invece i visori aprite la app in Youtube e cliccate sugli occhialetti in basso a destra, vi dividerà lo schermo in due per una fruizione ancor più immersiva.

Fare esperienza di realtà virtuale è ancora una novità per molti ragazzi. In seguito alla visita al Google Grand Tour al Macro Testaccio con i colleghi di grafica avevamo portato in classe i visori che ci avevano regalato; ne abbiamo approfittato per guardare alcuni video a 360° presenti sul sito di Google Arts&Culture. Per alcuni di loro è stata la prima volta. Che importanza ha per la loro formazione? Beh, basta guardare quanti siti – soprattutto archeologici – e quante mostre utilizzano il multimediale per arricchire l’esperienza di visita, dalle ricostruzioni di architetture in ambienti immersivi alle proiezioni su pareti con l’ausilio di audio e video.

Nella città di Roma gli esempi sono già numerosi, dai primi siti quali le Domus di Palazzo Valentini al seguitissimo spettacolo Il viaggio nei Fori (lo ripeteranno quest’estate?), dal percorso di visita sperimentato nella Chiesa di Santa Maria Antiqua alla recente riapertura della Domus Aurea con uno spazio dedicato alla realtà virtuale durante il percorso nel cantiere; infine, in ordine di tempo, L’Ara com’era all’Ara Pacis e la visita alle Terme di Caracalla.

Insomma, chi ha a che fare con la storia dell’arte incontra sempre più sul suo percorso avanzati strumenti per fruire, esplorare, conoscere le opere in quella che si chiama realtà aumentata. Se lo storico dell’arte riuscirà a coniugare nel suo curriculum anche competenze tecnologiche – non dico mettersi a programmare ma almeno conoscerne alcune regole – si assottiglierà il divario tra chi crea contenuti culturali e chi i contenitori (siti, app, filmati, ecc.) a beneficio della qualità e di tutti.

Intanto, ecco le istruzioni per realizzare un video a 360°, fresche fresche dalla penna di Elena G., una delle nostre technogirl di cui andiamo molto fieri.

 

* Per approfondimenti si veda il progetto Vermeer di Google Arts and Culture che ha riunito i 36 dipinti noti dell’artista in una unica mostra virtuale (aggiornamento 16.12.2018)