E dopo le lezioni a distanza arriva il momento di valutare a distanza. Idee in proposito?

In tempi non sospetti avevamo accennato qui al problema di valutare la didattica in situazioni non convenzionali, come la formazione a distanza, i lavori di gruppo o sperimentali.

Riguardo alla eccezionale situazione in cui si trovano scuole, università e accademie a causa della pandemia, il Miur nella nota al DPCM dell’8 marzo non aveva dato indicazioni particolari su come valutare gli studenti nella fase di sperimentazione della didattica a distanza:

Alcuni docenti e dirigenti scolastici hanno posto il problema della valutazione degli apprendimenti e di verifica delle presenze. A seconda delle piattaforme utilizzate, vi è una varietà di strumenti a disposizione. Si ricorda, peraltro che la normativa vigente (Dpr 122/2009, D.lgs 62/2017), al di là dei momenti formalizzati relativi agli scrutini e agli esami di Stato, lascia la dimensione docimologica ai docenti, senza istruire particolari protocolli che sono più fonte di tradizione che normativa.

Con la nota prot. 388 del 17 marzo 2020 il Miur torna sull’argomento, sottolineando che:

La valutazione delle attività didattiche a distanza nella Nota 279/2020 ha già descritto il rapporto tra attività didattica a distanza e valutazione.

 

Se è vero che deve realizzarsi attività didattica a distanza, perché diversamente verrebbe meno la ragione sociale della scuola stessa, come costituzionalmente prevista, è altrettanto necessario che si proceda ad attività di valutazione costanti, secondo i principi di tempestività e trasparenza che, ai sensi della normativa vigente, ma più ancora del buon senso didattico, debbono informare qualsiasi attività di valutazione.

 

Se l’alunno non è subito informato che ha sbagliato, cosa ha sbagliato e perché ha sbagliato, la valutazione si trasforma in un rito sanzionatorio, che nulla ha a che fare con la didattica, qualsiasi sia la forma nella quale è esercitata. Ma la valutazione ha sempre anche un ruolo di valorizzazione, di indicazione di procedere con approfondimenti, con recuperi, consolidamenti, ricerche, in una ottica di personalizzazione che responsabilizza gli allievi, a maggior ragione in una situazione come questa.

C’è chi registra le proprie lezioni (modalità asincrona), chi assegna compiti sulle classroom, chi fa videolezione in diretta (modalità sincrona). Siamo ancora in una fase di assestamento in cui è difficile, forse anche controproducente, dare troppe norme. Ma già adesso, o fra una settimana o due, arriverà il momento di verificare se le nostre scelte didattiche stanno funzionando e dare un riscontro agli studenti.

E allora cosa fare? Stavolta lo chiediamo a voi.

Noi iniziamo un veloce elenco di possibilità (metodi) già sperimentate, lette, sentite, che implementiamo man mano:

  • l’interrogazione orale in videochiamata (ricordate che ci vogliono dei testimoni), magari usando una lavagna condivisa come Jumpboard e Whiteboard di Explain everything (vedi qui)
  • assegnare lavori da fare a casa, anche multidisciplinari, con la restituzione tramite foto, file, presentazioni, ecc.
  • assegnare un test (realizzato con Kahoot! o Google moduli per esempio), dando un’ora di inizio e di fine. Non c’è la certezza che non copieranno, ma forse le cose che dovremo valutare in questa fase sono altre.
  • un buon sistema utilizzato nei corsi online MOOC è di sottoporre due o tre domande a metà della lezione o subito alla fine, che testi anche l’attenzione degli studenti durante la spiegazione
  • sempre dalle best practices delle MOOC Massimo Conte – esperto di corsi e-learning aziendali e complessità – ci segnala il metodo della peer review in cui lo studente deve completare un breve compito (testo breve, progetto) che verrà valutato dai suoi compagni secondo una griglia di valutazione condivisa (rubric). Poi valuta il lavoro di altri tre compagni, secondo le stesse linee guida. Richiede di procedere secondo uno schema di lavoro ben organizzato ma può funzionare.

Di attualità è poi la discussione sui Proctor, i software di intelligenza artificiale che permettono di controllare durante una verifica i movimenti degli esaminandi (soprattutto di testa e occhi) e segnalare al docente comportamenti giudicati ‘anomali’, come guardare spesso in basso o lateralmente rispetto allo schermo. Il sistema è ancora in fase di ottimizzazione, ma già sono emerse criticità relative alla privacy e al livello di stress indotto dal controllo, che si accumula a quello della verifica, che hanno portato alle protesta degli studenti.

Poi arriva anche il momento di capire cosa valutare, dato che la ‘misurazione’ dei contenuti assimilati non può proseguire invariata in una fase di straordinario cambiamento come questa, in tempi di isolamento da coronavirus.

Il dibattito è aperto e in attesa di maggiore chiarezza – ed esperienza – riportiamo un paio di suggerimenti di Antonio Fundaro su Orizzonte scuola sul cosa valutare**:

  • Autovalutazione e apprendimento di gruppo:
    “Verificando, in primis, gli apprendimenti individuali (grande attenzione, in questo caso, andrebbe data all’autovalutazione, ciò permetterebbe, allo studente, di comprendere il livello di apprendimento raggiunto), e poi gli apprendimenti in gruppo. Sì, perché anche quelli, nonostante la FaD, vanno verificati servendoci di una valutazione complessiva del lavoro realizzato dal gruppo “classe virtuale”.
  • Qualità della discussione, riflessione critica, capacità di creare collegamenti, chiarezza espositiva:
    “In particolare, si dovrebbe tenere conto […] della qualità della discussione nel forum o nei forum della piattaforma, della capacità mostrata nella riflessione critica e nella capacità di annodare collegamenti, nonché, ad esempio, nella chiarezza espositiva, nella maturità storica della scelta”

Infine, un post di Orizzonte scuola in cui si riporta la best practice del liceo Antonio Meucci di Aprilia (Roma) con griglie e indicatori; il numero 2/2021 della preziosa rivista Bricks dedicato alla valutazione con il digitale e nella DaD.

 

*In tempi più recenti (ottobre 2020) la Dad ha cambiato nome in DDI, didattica digitale integrata. Le linee guida del Ministero dell’Istruzione specificano in termini di valutazione che:

Anche con

riferimento alle attività in DDI, la valutazione deve essere costante, garantire trasparenza e tempestività e, ancor più laddove dovesse venir meno la possibilità del confronto in presenza, la necessità di assicurare feedback continui sulla base dei quali regolare il processo di

insegnamento/apprendimento […] avendo cura di prendere ad oggetto della valutazione non solo il singolo prodotto, quanto l’intero processo.

 

 

**grazie a Mirca S. per la segnalazione dell’articolo di Fundaro

Immagine di copertina: Antonio Mancini, Lo studio, 1875 c., La Galleria Nazionale, Roma (dal sito del Museo della scuola)

Ultima modifica: 24/3/2021