Divisionismo. Musei da manuale

⌊Attività obbligatoria⌉

Il sito della Galleria d’arte moderna di Milano (GAM) consente un ampio percorso – sala dopo sala – nell’arte della fine dell’Ottocento nel nord Italia.
Le sale da visitare virtualmente sono:

Sala XXI La Scapigliatura: “un cenacolo di pittori, scultori e letterati lombardi che si ritrovano a vivere, a Milano, la delusione seguita alle speranze del Risorgimento. In ambito pittorico, dominato da artisti come Tranquillo Cremona e Daniele Ranzoni, questa attitudine esistenziale si traduce in una destrutturazione della forma a opera della luce e del colore, e in una ricerca di impalpabili allusioni psicologiche, cui è improntata anche la prima fase di Gaetano Previati. Le stesse caratteristiche si ritrovano nelle sculture di Giuseppe Grandi, di cui si possono vedere alcuni raffinati bronzetti, che si segnalano per i sottili effetti materici”

Sala XXIII Segantini divisionista: Con “Divisionismo si indica quella corrente pittorica che unisce lo studio della luce e dei colori alle nuove conoscenze scientifiche sulla percezione visiva. Protagonista della sala sono Le due madri di Giovanni Segantini, esposto alla prima Triennale milanese del 1891 accanto alla Maternità di Gaetano Previati (Banca Popolare di Novara). Il soggetto, molto diffuso nella cultura letteraria e figurativa del tempo, è reso con il tratto a piccole pennellate tipico della pittura divisionista. Nonostante ciò, la scena appare ancora permeata di un solido naturalismo, ben evidente anche nelle altre tele qui esposte, raffiguranti il limpido paesaggio del Maloja e figure di animali


Sala XXVI La pittura sociale: “Verso la fine dell’Ottocento Milano si trasforma, vede sorgere impianti industriali e accoglie masse di operai, attirati in città dalla prospettiva del lavoro e di una vita migliore. Ciò che li attende, spesso, sono delle condizioni di vita dure e una diffusa miseria che gli artisti più sensibili non esitano a denunciare attraverso le loro opere, eseguite con la tecnica divisionista. Morbelli è perfettamente a suo agio nel rappresentare tanto i simboli della città moderna (La Stazione Centrale di Milano nel 1889) quanto i risvolti negativi della vita che vi si svolge (come la cupa rassegnazione dei quadri ambientati nel Pio Albergo Trivulzio)”.

Sala XXVII Medardo Rosso:  “i soggetti rimandano a una Milano popolare (monelli, vecchi, prostitute, portinaie): spunti realistici affrontati con sguardo rapido e crudo, fissati senza compiacimento descrittivo in figure dalle superfici mosse e vibranti di luce. Dal 1889 Rosso soggiorna a Parigi per trent’anni, frequentando lo stimolante ambiente culturale cittadino e proseguendo l’instancabile sperimentazione sui materiali (terracotta, gesso, bronzo, cera), cui si aggiungono la fascinazione per il mezzo fotografico e la continua rielaborazione di temi e soggetti”.

Sala XXVIII Previati: Dopo “una prima esperienza nell’ambito della Scapigliatura, il ferrarese Previati dà vita a un linguaggio caratterizzato dall’attenzione per i grandi temi universali, resi con una pittura sempre più smaterializzata e fatta di sola luce: egli si afferma così come interprete di primo piano dei due grandi momenti della cultura figurativa del secondo Ottocento, Divisionismo e Simbolismo. La sala, allestita attorno alla Madonna dei gigli, che rappresenta uno dei punti d’arrivo delle ricerche simboliste, mostra una selezione delle diverse tappe del percorso artistico di Previati, da opere come la Madonna dei Crisantemi o Maternità, ancora vicine alla pittura scapigliata, fino alle sognanti rievocazioni storiche del Re Sole e di Viaggio nell’azzurro, per arrivare agli estremi esiti della sua poetica con Meriggio e Le caravelle pisane, improntati ad un linguaggio più semplificato e già per molti versi novecentesco”.


 

⌊Attività obbligatoria⌉

Il Museo del Novecento di Milano conserva il capolavoro di Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato (1898-1901).
Alla grande tela, la cui storia e il cui significato artistico e politico sono molto rilevanti, il Museo milanese ha dedicato una esposizione virtuale raggiungibile dalla piattaforma Google Arts & Culture: Il “Quarto Stato”, cronaca di un acquisto.


 

⌊Attività obbligatoria⌉

Il Museo Borgogna di Vercelli, nel suo sito ricco di informazioni, riproduce il dipinto di Angelo Morbelli, Per ottanta centesimi!, 1895-97, che rappresenta – con tecnica divisionista e taglio fotografico – le lavoratrici della risaia, pagate pochissimo.


 

⌊Attività obbligatoria⌉

Il Segantini Museum di St. Moritz, fondato più di un secolo fa nella cittadina svizzera (Canton Grigioni) conserva opere importanti dell’artista, fra cui

La raccolta del fieno, 1888-98
Ave Maria a trasbordo, 1886
Ritorno dal bosco, 1890
Il trittico della natura, 1898

le cui riproduzioni commentate si vedono nella galleria fotografica

Ancora un dipinto di Segantini, Il castigo delle lussuriose (1891), conservato a Liverpool, Walker Art Gallery: nel paesaggio montano del Maloja, reso con tecnica divisionista, sono sospese delle figure femminili, punite per non essere diventate madri. È un quadro messo in relazione psicoanalitica con la precoce perdita della madre da parte di Segantini, ma anche a fonti orientali e al gusto art nouveau.


 

⌊Attività facoltativa⌉

Nel Museo del Paesaggio di Verbania è conservato il quadro Cimitero di Ganna (1894), dipinto da Vittore Grubicy De Dragon: di padre ungherese, cominciò l’attività di mediatore d’arte con i pittori della Scapigliatura e a Milano, col fratello Alberto, gestì una galleria attraverso la quale promosse gli artisti divisionisti. 

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