Arte emergente al Maxxi (Roma 2015)

Arte emergente: parole, immagini e reti sociali. Conversazione e gioco partecipativo è un’esperienza in cui il pubblico è coinvolto nella creazione condivisa di una descrizione “dal basso” di immagini significative della storia dell’arte. Si è tenuta al Museo Maxxi di Roma il 7 luglio 2015, come uno degli eventi del Festival della Complessità 2015.

Ogni immagine – come ci raccontano i più aggiornati metodi di ricerca artistica – è un nodo di una rete complessa e aperta, fatta di intrecci e tracce che coinvolgono il lontano passato, l’esperienza individuale presente, le reti sociali che continuamente si riconfigurano.
E i curatori della serata Arte emergente – basandosi su studi teorici, su laboratori, sulle esperienze che hanno condotto alla realizzazione degli attuali software di riconoscimento delle immagini – vogliono lavorare proprio con la rete delle intelligenze e delle esperienze dei singoli individui del pubblico.
Obiettivo: far emergere un percorso che dall’immagine porta alla sua descrizione e all’elaborazione grafica e semantica di una cloud (una nuvola di parole) che viene via via composta, durante la serata, grazie alle risonanze tra le esperienze intrecciate dei partecipanti.

Ad un pubblico eterogeneo diviso per gruppi rappresentati da colori diversi, è stata proposta una selezione di tre immagini:

  1. Le Très riches heures du Duc de Berry con il mese di Luglio dei Fratelli Limbourg conservato nel Musée Condé di Chantilly, Francia, 1412-1416 ca.;
  2. Uno della serie de I Covoni (Les Meules) di C. Monet conservato al Musée d’Orsay, Parigi, Francia, 1891;
  3. L’opera fotografica di di Luca Maria Patella A Trevi do/ atrevido, stampa digitale, 1974;

ed è stato chiesto di rispondere a due domande, che non fanno riferimento ad alcuna conoscenza storico-artistica pregressa nei partecipanti:

  1. Cosa vedi nell’immagine?
  2. Definisci il mood suscitato dall’immagine

fornendo al massimo tre definizioni per parole chiave per ciascuna di esse.

Via via che le risposte arrivavano, venivano elaborate in tempo reale fino ad ottenere rappresentazioni grafiche in forma di cloud e mappe concettuali: risultati estemporanei e bottom-up  emersi dalla rete complessa di connessioni sviluppatesi tra le singole persone e i gruppi durante l’evento.