Impressionismo. Quadri nei libri

 

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Lo scrittore francese Guy de Maupassant, amico di Zola e vicino al gruppo degli artisti impressionisti, lascia nelle pagine dei suoi racconti vivide testimonianze della loro ricerca pittorica.
In un testo dal titolo La vie d’un paysagiste (pubblicato nel giornale “Gil Blas” nel 1886), si immedesima in un pittore che, sulla tracce di Claude Monet, cerca di catturare la lucentezza cangiante della natura en plein air.
Nel racconto La femme de Paul (La ragazza di Paul) – da cui è tratta la citazione qui sotto – Maupassant ambienta la vicenda amorosa in uno dei luoghi frequentati dagli Impressionisti: il locale conosciuto come Grenouillère (ranocchiaio), sull’isolotto di Croissy, nel villaggio di Bougival. Il locale fu dipinto sia da Monet (1869, conservato al Metropolitan Museum di New York) sia da Renoir (1869, conservato al Nationalmuseum di Stoccolma).

In prossimità del Ranocchiaio una folla di gente passeggiava sotto gli alberi giganti, che fanno di questo angolino d’isola il più delizioso parco del mondo. Donne e ragazze coi capelli gialli, coi seni smisuratamente grossi e i fianchi abbondanti, il viso impiastrato di belletto, gli occhi bistrati, le labbra sanguinolente, strette e fasciate in vestiti stravaganti, trascinavano sull’erbetta fresca il chiassoso cattivo gusto dei loro abbigliamenti; ed al loro fianco c’erano giovanotti ridicolmente addobbati secondo i figurini della moda, coi guanti gialli chiari, gli stivaletti di coppale, i frustini sottili come fili e i monocoli che accrescevano la grullaggine del loro sorriso.

Proprio al Ranocchiaio c’è una strozzatura dell’isola, e sull’altra sponda – dove anche lì c’è una chiatta che trasporta in continuazione la gente di Croissy – il rapido braccio, tutto gorghi, risucchi e schiuma, scorre come un torrente. Un distaccamento di pontieri, in uniforme di artiglieri, era accampato su quella proda; i soldati, seduti in fila su una lunga trave, guardavano scorrere l’acqua.

Nel caffè galleggiante c’era una gran folla che s’accalcava, furiosa e urlante. I tavolini di legno, sui quali le bibite versate formavano rivoletti appiccicosi, erano coperti di bicchieri mezzi vuoti e attorniati di persone mezze ubriache. La folla urlava, cantava, schiamazzava. Gli uomini coi cappelli all’indietro, i visi arrossati, e certi occhi lustri da ubriachi, si dimenavano vociando, spinti da un naturale e animalesco bisogno d’allegria. Le donne, in attesa di pescare qualche preda per la sera, si facevano pagar da bere; nello spazio rimasto libero fra i tavolini dominava il pubblico abituale di quei luoghi, ossia un reggimento di canottieri chiassosi, insieme alle loro compagne in gonnellino di flanella.

Guy de Maupassant, La ragazza di Paul (La femme de Paul, 1881), tr. it. M. Picchi, in Racconti e novelle, Garzanti 2004

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