Libri come piattaforme creative: la mostra “Pop-App” a Roma e Torino

Molto prima che il cinema portasse l’illusione del movimento a portata di sguardo e che il computer consentisse di attivare pagine virtuali, la perizia editoriale aveva messo in circolo oggetti che – a partire dalla forma del libro – offrivano le dimensioni del movimento e dell’interazione.
Si tratta dei così detti libri animati: i movable books presentano al loro interno dei dispositivi cartacei (linguette, lembi, dischetti rotanti) che invitano i lettori a toccare, muovere, sollevare, tirare, ruotare, in modo da visualizzare immagini nascoste, attivare effetti di animazione e di tridimensionalità.
Alla lunga storia e alla varietà dei libri animati è dedicata una doppia mostra dal titolo Pop-App. Scienza, arte e gioco nella storia dei libri animati dalla carta alle app, a cura di Gianfranco Crupi, docente di Biblioteconomia alla Sapienza di Roma e di Pompeo Vagliani, presidente della Fondazione Tancredi di Barolo di Torino.
La mostra è realizzata in due sedi, l’Istituto centrale per la grafica di via della Stamperia a Roma e il Musli, il Museo della scuola e del libro per l’infanzia a Torino (Palazzo Barolo). Aperte entrambe fino al 30 giugno 2019, presentano una selezione di preziosi esemplari antichi e moderni, prestati in gran parte dalla stessa Fondazione Tancredi di Barolo, oltre che da Biblioteche nazionali e da collezionisti privati.


La mostra nella sede romana è tesa a illustrare la storia del libro animato antico e delle sue applicazioni scientifiche, dai trattati di mnemotecnica e retorica ai calendari, ai libri delle “sorti”, dagli atlanti anatomici ai testi architettura; quella di Torino si concentra sulla produzione per l’infanzia, con attenzione speciale sul  “precinema” e una rassegna dei dispositivi di animazione.
Le due mostre sono accompagnate da un volume di saggi che illustrano gli usi (didattici, mnemonici, ludici) che il libro animato ha via via preso nella sua lunga storia, in rapporto con i mutamenti della società, dell’editoria, dell’educazione.
A corredo del volume, un utile glossario, a cura di Mara Sarlatto, introduce alle maggiori tipologie dei libri animati, dal Leporello o Concertina, formato da una sola lunga pagina piegata a fisarmonica, al Libro a giostra (Carousel book) che assume una forma circolare, trasformandosi in una giostra-teatro, collegata alla storia che contiene; dal Libro a leveraggi (pull the tab), un dispositivo  cartotecnico che consente, tirando una levetta, di muovere alcuni elementi dell’immagine, al Flip book (flick book), sulle cui pagine sono rappresentate immagini che cambiano gradualmente da una pagina all’altra, così che, scorrendole velocemente,  si ottiene l’illusione del movimento.


Pompeo Vagliani nel suo saggio in catalogo dedicato ai libri animati per l’infanzia, parla di “piattaforme creative”: non solo meraviglie cartotecniche per bibliofili e storici, ma repertorio di soluzioni, invenzioni ed esempi ancora validi e proficui per chi lavora al confine fra gioco ed educazione, divertimento e apprendimento:

“La storia di questi libri, per l’ingegnosità e l’efficacia delle soluzioni interattive realizzate con mezzi limitati e una tecnologia elementare, può suscitare interesse ed essere spunto di ispirazione per chi oggi crea libri animati, sviluppa piattaforme interattive nell’edutainment o applicazioni per trasferire nei nuovi media i libri per l’infanzia”.

Info sulla mostra nella sede del Musli di Torino, Palazzo Barolo;
info sulla mostra presso l’Istituto centrale per la grafica di Roma, via della Stamperia 7.
AS