Esercizi di stile: un format del 1996

Fra il 1996 e il 1998 la casa editrice Giunti Multimedia e le Edizioni La Repubblica misero in commercio una serie di CdRom dedicati a figure d’artista. Una tecnologia a quei tempi all’avanguardia consentiva di trasferire un formato editoriale cartaceo (le monografie dedicate a grandi artisti) nei nuovi linguaggi digitali, inserendo funzioni nuove: la possibilità di ingrandire le immagini e di esplorarle; una organizzazione dei contenuti ipertestuale che consentisse ai lettori di costruire il proprio percorso; l’interazione con determinati contenuti nell’ottica dell’edutainment.
Il primo CdRom ad uscire fu Van Gogh: gli autori del progetto, Valerio Eletti e Interactive Labs misero a punto l’organizzazione dei contenuti basata sull’ipermedialità. 45 immagini in buona risoluzione, di cui alcune ingrandibili, apparati filologici e testi di commento, bibliografia, glossari, link interni e un progetto dell’interfaccia usabile e intuitivo.
Una novità editoriale era costituita dagli Esercizi di stile, ideati da Antonella Sbrilli: dieci tipologie di interazioni anch’esse di taglio edutainment, calibrate sui concetti di velocità di osservazione, intuito, capacità di confronto, collegamento interdisciplinare.
Ogni interazione fu progettata per affrontare un aspetto dell’analisi dell’opera: la composizione, i criteri di individualità stilistica, il contesto storico, in modi adeguati al linguaggio interattivo e con vari gradi di manipolazione dell’immagine riprodotta. Inoltre, le eventuali risposte “sbagliate” non costituivano una penalità del gioco, ma offrivano al contrario nuove informazioni e punti di vista.


L’esercizio del Confronto sottolinea ascendenze stilistiche fra artisti diversi o episodi di somiglianza formale, come nell’esempio in figura, dove sono accostati I cieli stellati di Vallotton, Millet e Van Gogh.
Sul coinvolgimento percettivo si basava l’esercizio del Colpo d’occhio, in cui bisognava velocemente riconoscere come autografa o meno un’opera, la cui immagine si presentava prima a grandi pixel, acquistando definizione a poco a poco.

Un esercizio molto utile- sul piano di un nuovo modo di visualizzare i nessi fra opere e artisti – era quello dell’Intruso, che prevedeva l’inserimento a scontorno di particolare simili per morfologia o per stile: un elemento estraneo ma plausibile, inserito nell’immagine in modo non troppo evidente, invitava a riflettere su parentele fra opere e artisti, come nel caso della foto dove nell’immagine di Van Gogh con le figure chine sulla terra era inserito un dettaglio analogo tratto da un’opera di Segantini. Un modo evidente per argomentare la diffusione di stilemi, scelte compositore ed iconografiche, con i mezzi messi a disposizione dagli strumenti (allora nuovi) di fotoritocco.


Per l’analisi compositiva, oltre all’indicazione grafica in sovrimpressione delle linee di fuga o della simmetrie, nel CdRom erano effettuati spostamenti di elementi all’interno della composizione (esercizio del Fuori posto).
Lo stesso vale per l’indagine sui colori, che potevano essere modificati nel complesso o in singole zone dell’immagine, individuando per ogni opera le gamme della palette (esercizio del Restauro).
In altri esercizi (Prima o dopo, Quale dei tre), l’opera e l’artista erano inserite nella rete di collegamenti culturali che ne mettano in luce sincronie e trasversalità.
Nell’Esplorazione, l’immagine dell’opera era trattata come un’immagine densa: bisognava percorrerla col mouse per scoprire i punti reattivi, in cui erano linkate domande e curiosità.
Sui criteri di progettazione degli Esercizi di stile ho scritto nel mio libro Storia dell’arte in codice binario. La riproduzione digitale delle opere artistiche, Guerini (Milano 2001);  sul concetto e sulla pratica dell’immagine densa, vedi per esempio A. Sbrilli, L’immagine densa, “Il Verri”, n. 20, 2002 e la voce per il Dizionario Treccani di Informatica.

AS