Simbolismo. Immagine densa

Giulio Aristide Sartorio, La Sirena (Abisso verde), 1893, Torino, Galleria civica d’arte moderna e contemporanea (Gam)

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Sartorio, La sirena (Abisso verde), 1893
Capelli della sirena Ossa sul fondale Verde

Capelli della sirena

Come si legge nella scheda del dipinto nel sito della GAM di Torino, dove è conservato, venne realizzato da Sartorio in seguito al primo soggiorno a Londra e risente del "simbolismo preraffaellita". La sirena, creatura marina pericolosa, è anch'essa "espressione del mito simbolista e decadente della femme fatale". La capigliatura ha le sfumature rosse anch'esse simboliche, che si ritrovano sia in tante figure femminili preraffaellite, sia in altre creazioni di Sartorio, per esempio ne La Gorgone e gli eroi (1890 c.), conservato alla Galleria Nazionale di Roma e visibile nell'immagine di confronto.

Ossa sul fondale

Sulla sinistra della tela, sono rappresentati resti di ossa e un teschio: posati sul fondo e velati dallo strato dell'acqua, sono la traccia dell'esito fatale dell'incontro fra l'essere umano e la creatura acquatica secondo le fonti classiche, fra cui l'Odissea. Nella cultura simbolista "fin-de-siècle" sirene, ondine e altre figure numinose si trovano in pittura, nelle arti decorative, nella letteratura e nel teatro.

Verde

Il dipinto di Sartorio "La Sirena" (1893) reca come sottotitolo "Abisso verde", per via dell'intenso colore dell'acqua e delle sue sfumature.
Qualche anno dopo, l'artista realizzò una replica dello stesso soggetto, con lievi varianti, conservata a Piacenza, nella Galleria d'arte moderna Ricci-Oddi. Dai documenti che accompagnano questa seconda tela (visibile nell'immagine di confronto) emerge che Sartorio ebbe la prima idea del dipinto visitando la "grotta di Capri".

Sartorio condivide con la cultura simbolista e liberty del periodo alcune scelte iconografiche, stilistiche e compositive: il dipinto è caratterizzato da un "profondo taglio orizzontale" in cui si allacciano i corpi del giovane pescatore che si protende dalla barca e quello della sirena incantatrice.
Oltre ai rapporti con la cultura preraffaellita inglese, Sartorio soggiornò a Weimar, in Germania (1895-99), entrando in contatto con i simbolisti tedeschi.

 

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