L’attrazione fra le parole museum e amusement e la loro unione amuseument, che intreccia il luogo dell’arte con il divertimento, ha già dato il nome a diversi progetti di app museali e interventi d’artista.
Ora una giovane disegnatrice, Francesca Campagna, la sceglie come titolo di una sua storia a fumetti che racconta – come recita il sottotitolo – l’incontro fra l’arte e il luna park.
Il racconto si dipana con l’aiuto di tre guide: il sociologo Roger Caillois, autore de I giochi e gli uomini (1958), il fotografo Stefano Cerio (che ai parchi giochi ha dedicato negli ultimi anni importanti campagne fotografiche) e Danilo Eccher, con le sue mostre al Chiostro del Bramante, fra cui Enjoy! del 2017.
Non manca, come contrappunto, uno sguardo a Dismaland, il tetro parco del non-divertimento allestito nel 2015 da Banksy in Inghilterra.
Quarantatré tavole accompagnano il lettore in questo tour all’interno di una tendenza rilevante nel contemporaneo: l’attenzione al gioco come fenomeno pervasivo, che porta con sé il coinvolgimento degli spettatori e la ricerca di modalità di allestimento che captano spunti dai giochi, modulandoli con le invenzioni creative degli artisti e dei curatori.
Nato come lavoro di approfondimento per un esame di Storia dell’arte contemporanea – Francesca Campagna è iscritta infatti al Corso magistrale di Storia dell’arte alla Sapienza Università di Roma -, AmuseumEnt si presenta come un vivace libretto, che seleziona i concetti salienti e li restituisce con sintesi narrativa e disegni vibratili, memori a volte del Giornalino di Gian Burrasca di Vamba (a lato un’immagine di confronto).
Ecco, nell’AmuseumEnt di Francesca, un elegante Roger Caillois che enuncia le quattro tipologie del gioco, espresse, come detto sopra, nel celebre volume Les Jeux et les Hommes. Come non riconoscere la sfida, il caso, il travestimento e soprattutto la vertigine (ilinx) in tante opere e performance, in tanti eventi e proposte espositive attuali?
La seconda tappa conduce nei luoghi del divertimento dell’Occidente e dell’Oriente, ma chiusi o abbandonati, ripresi dal fotografo romano Stefano Cerio nelle sue serie Night Games, Winter Aqua Park, Chinese Fun.
Della mostra Enjoy! curata da Danilo Eccher al Chiostro del Bramante nel 2017 sono messe in luce le parole chiave: fantasia, divertimento e immersione, con vignette che illustrano i labirinti di specchi di Leandro Erlich, le sculture fluttuanti Alexander Calder e il pluri-fotografato ambiente pieno di palloncini, di Martin Creed.
Altre parole chiave riguardano l’impegno comunicativo profuso in quella mostra, con le audio-guide pensate come un gioco di mimicry, poiché invitavano i visitatori a scegliere la fascia di età (vera o finzionale) con gli occhi della quale avventurarsi nelle sale. Entrano così in gioco i concetti di Storytelling e di Gamification e un accenno al Playable Museum Award della Fondazione Marini San Pancrazio – Museo Marino Marini di Firenze.
Nata a Sora (Frosinone) nel 1992, Francesca Campagna (in arte Violet K. Bananaz per chi vuole seguirla anche su Instagram), ha frequentato le scuole di Fumetto di Cassino e di Roma, si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Urbino per arrivare poi al Corso magistrale in Storia dell’arte della Sapienza.
“Le mie ispirazioni più grandi arrivano dal mondo del manga – racconta lei stessa – ma col tempo ho allargato i miei orizzonti artistici guardando maestri come Jamie Hewlett (autore con Alan Martin di Tank Girl e co-creatore della band Gorillaz), Gipi, Andrea Pazienza, Simon Hanselmann”. Non mancano nella sua lista anche autori freelance “come la bravissima Alessandra Criseo in arte Mais2”.
La seria intenzione di Francesca Campagna è di integrare conoscenza della storia dell’arte, cultura delle mostre e codice narrativo del fumetto: in questo si trova in sintonia con l’iniziativa Fumetti nei musei, curata dal MiBACT in collaborazione con Coconino Press – Fandango (art-usi ha parlato qui della prima edizione del progetto). Non solo musei istituzionali con le loro collezioni, ma anche tendenze artistiche, correnti critiche, novità creative, possono incontrare la loro narrazione in forma di fumetto, celebrando ancora una volta l’unione fra i segni dell’arte e quelli del divertimento.
Antonella Sbrilli